Da Vinci Magazine – La Cultura italiana in Francia

Cultura: l'urlo degli uomini in faccia al loro destino (A. Camus)

L’Italia e la Francia: le mie due anime! INTERVISTA a Alessandra Serra

L’Italia e la Francia: le mie due anime!         INTERVISTA a Alessandra Serra

Parigi non è solo la patria di tanti artisti italiani che trovano fortuna in questa città senza aver avuto nessun contatto prima con un paese straniero, ma è anche un concentrato di italo-francesi, figli della prima e della seconda generazione di emigrati italiani per i quali la capitale dei cugini transalpini era una sorta di El Dorado in cui affermarsi.

E’ proprio il caso di Alessandra Serra (nella foto), attrice e performer teatrale, francese da parte di madre e piemontese da parte di padre, la quale è abituata a convivere con entrambe le culture dai primi anni della sua infanzia.

Questo doppio incontro culturale l’ha così tanto segnata che ha deciso di farne uno spettacolo chiamato “En Italie je suis Catherine Deneuve” che sarà presentato al Teatro “Le Paris de l’humourmartedì 13/20/27 luglio e sabato 17 luglio alle ore 20:00.

Je suis Catherine Deneuve”: uno slogan portato alla ribalta dallo spot della Lancia Delta Lx degli ani ’80, “la versione esclusiva di una francese esclusiva” è proprio il caso di dirlo.  Perché questo titolo?

Mia madre è francese, mentre mio padre è originario del Piemonte. Da piccola vivevo a Nizza e quando andavo in Italia i miei amici mi dicevano sempre “Je suis Catherine Deneuve”. La cosa mi ha incuriosita e sono andata a cercare cosa volesse significare. E’ uno spot pubblicitario simbolo della Francia in Italia che riprende l’idea della donna francese e soprattutto parigina. Catherine Deneuve, infatti, è un’icona della cultura francese: è come la Tour Eiffel. Volevo parlare di Parigi, del cinema italiano, della Francia, dell’Italia in un solo spettacolo!

Da Nizza sei venuta a vivere a Parigi…

Sì, mi sono trasferita a 19 anni per inseguire il sogno di diventare attrice. Quando ero piccola chiesi a mia madre se potessi fare teatro e tutto è partito da lì. Non c’è una spiegazione precisa, credo che l’arte sia qualcosa che nasce da dentro: è una vocazione e non puoi distaccartene!

Diresti di essere più italiana o più francese?

Eh, è questa la domanda delle domande! Quando sono a Parigi mi sento italiana soprattutto perché ci sono tantissime cose che mi mancano dell’Italia. Oltre ad avere parte delle mie origini, in Italia ho avuto la possibilità di vivere per un po’ di tempo e di tessere numerosi legami non soltanto personali, ma anche lavorativi.

E cosa pensi dell’Italia?

Non capisco perché gli italiani stessi critichino così tanto l’Italia. Ho visitato parecchio l’Italia per lavoro: sono stata a Roma, Milano, Venezia, dove ho lavorato in occasione della Biennale, Cesena.  Sono stata anche in Puglia, ad Andria, a Taranto ed ho trovato sempre bella gente.

Come hai conciliato l’anima italiana con quella francese?

E’ stato ed è attualmente difficile conciliare le due culture, tuttavia ho deciso di pormi in una situazione mediana scegliendo di vivere un po’ in Italia, un po’ in Francia. Sono consapevole che gli artisti siano poco tutelati in Italia, però mi mancava il Bel Paese e non potevo costringermi a fare una scelta esclusiva e categorica. Parigi spesso può essere una città molto dura da vivere e ciò che mi ha aiutato è proprio l’avere amicizie italiane grazie alle quali mi sento in Italia rimanendo in Francia. Con loro, infatti, parlo sempre in italiano perché, nonostante sia cresciuta in Francia, la cultura italiana è molto presente nella mia vita, fa parte di me e mi mancherebbe non parlare questa lingua che é bellissima.

Che cos’è Parigi per te?

Parigi, checché se ne dica, è una città molto aggressiva: le persone tendono ad essere individualiste e ognuno pensa a sé, anche senza volerlo. La metro, ad esempio, è abbastanza rappresentativa di questo clima anomico, però credo che queste non siano solo caratteristiche di Parigi ma un po’ di tutte le grandi città. Certamente a Parigi tutto è più amplificato proprio per la sua complessità sociale e per il fatto che accoglie persone che vengono dai luoghi più disparati. Le persone sognano di venire a Parigi e, tra questi sognatori, ci sono tanti italiani. E’ un luogo così pieno di gente dove però, paradossalmente, ci si può sentire molto soli.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Vorrei portare questo spettacolo in tutta la Francia e ritornare anche in Italia. “En Italie je suis Catherine Deneuve”, infatti, è stato presentato per la prima volta al Teatro “Linguaggi Creativi” a Milano. Al momento, sto lavorando anche su tanti altri progetti tra l’Italia e la Francia che mi permettono, come dicevo prima, di conciliare le mie due anime: quella francese e quella italiana.

Contatti:

serra.communication@gmail.com

Estratti dello spettacolo

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