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Cultura: l'urlo degli uomini in faccia al loro destino (A. Camus)

“L’Epifania tutte le feste le porta via”_ Rubrica “L’Italia e la Francia in Cucina”

“L’Epifania tutte le feste le porta via”_ Rubrica “L’Italia e la Francia in Cucina”

____ di Doris Cutrino

“L’Epifania tutte le feste le porta via”. Così recita un proverbio popolare italiano a sfondo religioso. E’ vero: le vacanze sono davvero finite e, ahimè, bisognerà farsene una ragione. Ritornerò al lavoro, ma con la gioia di portare con me una fetta di Torta dei re, o Galette des Rois, nella mia schiscetta o lunch box.

Sarà l’ultimo dolce del Natale che preparerò e il primo del nuovo anno. Che cos’è questo dolce?

La “Galette des Rois”, dedicata ai Re Magi, è una preparazione tipicamente francese che è stata ereditata da tutto il mondo come dolce simbolo dell’Epifania. Assume nomi, forme, colori, ingredienti, sapori diversi a seconda del paese in cui ci si trovi a mangiarla. In Italia il suo omologo è la piemontese Fugassa d’la befana prodotto PAT della Regione Piemonte.

Come detto prima, gli ingredienti sono diversi, ma il significato storico-religioso è identico. Non c’è famiglia in Francia che, per festeggiare l’Epifania, non prepari la Torta dei re. Secondo la tradizione al suo interno è nascosta una sorpresa (una féve) rappresentata da una mandorla o un confetto e chiunque la trovi, nella propria fetta, ha il privilegio di essere il Re per l’intera giornata!

La Gallette des rois

La ricetta per la sua preparazione prevede l’utilizzo di pasta sfoglia e crema frangipane a base di mandorle. Il vero tesoro della Galette des Rois è, però, la friabilità della pasta sfoglia accompagnata dal profumo del burro e dagli aromi della mandorla che, chiudendo gli occhi, ci avvolgono in un caldo tepore.

Ingredienti diversi, ma caratteristici della tradizione contadina piemontese, sono utilizzati per realizzare la Fugassa d’la befana. La base è costituita da un impasto di pan brioche a cui si aggiungono canditi, uvetta e il tutto viene profumato dalla bacca di vaniglia.

Anche qui, come per la Galette des Rois, la tradizione vuole che al suo interno vengano nascoste ben due fave, una bianca e una nera. Chi trova, suo malgrado, la fava bianca deve pagare la dolce focaccia, chi trova, invece, la fava nera deve pagare il consumo del vino che si beve in accompagnamento! Entrambe le torte hanno una forma caratteristica che ricorda il sole, sono dorate, impreziosite dai decori eseguiti con abilità manuale, croccanti fuori e morbide dentro. Un vero dono della Befana.

Perfette da servire e regalare il giorno della Befana, buone da gustare a colazione, merenda o dessert al fine pasto!


Fugassa d’la befana

Etimologia

Epifania

Dal latino tardo epiphanīa, gr. ἐπιϕάνεια, in origine aggettivo neutro plurale, «(feste) dell’apparizione» e quindi «manifestazione (della divinità)», da ἐπιϕανής «visibile», derivato di ἐπιϕαίνομαι «apparire».

La festività, che ricorre il 6 gennaio, in cui si commemora la visita dei re Magi a Gesù in Betlemme; è lo stesso che befana, che ne è la forma popolare. Il termine, che nel mondo religioso greco indicava le azioni con cui la divinità si manifestava, passò nel mondo cristiano a designare la celebrazione delle principali manifestazioni della divinità di Gesù Cristo (battesimo nel Giordano, adorazione dei Magi e primo miracolo), restringendosi nella Chiesa occidentale e nella tradizione popolare a indicare la venuta e l’adorazione dei Magi. 

Nel linguaggio letterario la parola è talora usata con il significato originario di manifestazione: L’epifania dello spirito (G. D’Annunzio).

Schiscetta

Termine che deriva da “schisciare”, una parola lombarda che indica il gesto di schiacciare il cibo all’interno di un contenitore allo scopo di trasportarlo.

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