RUBRICA”LE FIL ROUGE”. Les Ritals: gli italiani in Francia. La storia di un popolo in movimento e di un composto linguistico. 4° PILLOLA
___ di Arianna Pavan
Un po’ di linguistica: composti
Come preannunciato nella prima pillola, le lingue del mondo sono legate da una storia di scambi e contatti. Si tratta proprio di quel fil rouge che dà il nome a questa rubrica. Allo stesso modo, all’interno di ogni sistema linguistico esistono forme di derivazione che danno luogo a famiglie di parole, ovvero insiemi di parole legati dalla stessa radice lessicale. Un esempio che accomuna l’italiano e il francese sono le parole costruite dalla base auto-.
Quest’ultima rientra nella categoria dei prefissoidi dal greco autós, “(sé) stesso”. I prefissoidi, in breve, sono particelle che, abbinate ad una radice lessicale, le permettono di acquisire nuove sfumature di significato.
A seguire, alcuni esempi:
–Autonomie (FR), autonomia (IT): indicano la capacità di vivere e agire senza dipendere da qualcosa o qualcuno,
–Automobile: questo termine in entrambe le lingue rimanda ad un veicolo in grado di muoversi da sé,
–Autorité (FR) e Autorità (IT): questo termine indica un organismo o potere personale che eleva (e quindi separa, in un certo senso) un sistema o una persona dalla realtà su cui il diritto di autorità viene esercitato.
Un prefissoide necessita di una radice lessicale per poter funzionare, come i suffissoidi, tuttavia non è solo tramite l’aggiunta di particelle che è possibile comporre parole. E’, infatti, possibile che ad unirsi siano due radici lessicali.
E’ questo il caso delle parole composte. Per esempio, nel sostantivo codes-barres (FR), i due componenti sono vocaboli dotati di significato autonomo che in questo caso specifico si sono unite andando a formare una parola autonoma.
Oggetto di questa pillola sarà proprio una breve riflessione su un termine frutto dell’unione di più parole: “Rital“.
Les Ritals
Celui qui diffère de moi, loin de me léser, m’enrichit
Chi è diverso da me, lungi dal danneggiarmi, mi arricchisce
– St-Exupéry
L’Italia sta vivendo un periodo di soddisfazioni: la conquista del titolo europeo da parte della nazionale, medaglie collezionate in occasione delle Olimpiadi di Tokyo. Una florida stagione di successi inaugurata dalla vittoria dell’Eurovision che ha visto Italia e Francia, seconda classificata, schierarsi l’una contro l’altra in difesa dei propri concorrenti.
In questo clima, sembrano rimbombare, rievocate dai ricordi dell’ormai lontano 2006, le parole della hit estiva Materazzi ha fatto goal (I Monelli) …
Adesso ridacci la nostra Gioconda
Perché siamo noi i campioni del mondo
È nostra, è nostra, vogliam la Gioconda!
Alé oh oh, Materazzi ha fatto goal!
Esiste, dunque, una rivalità latente tra Italia e Francia? Se sì, a cosa è dovuta? Con questa breve pillola introdurremo un termine singolare: Rital, probabilmente estraneo a chiunque non abbia familiarità con la cultura francese. Le radici che formano il composto in questione sono i sostantivi refugié e italien. Il termine è nato per indicare in modo dispregiativo i rifugiati italiani venuti in Francia per cercare condizioni di vita più favorevoli. Molti italiani all’estero affermano che alla base dell’astio nutrito dagli italiani verso i francesi vi sia questa categorizzazione discriminante.
A seguire un estratto de Les Ritals, Cavanna, 1978:
“Quand papa me raconte ses histoires, des fois, le soir, dans notre cuisine, je me marre, j’attrape le hoquet, je sais pas si c’est l’histoire, si c’est le mélange dialetto-français, si c’est l’accent, ou si c’est de voir rire papa. Il a du mal à arriver au bout tellement il rigole, et moi avec. Maman lui dit : « T’as pas honte de raconter des bêtises pareilles devant le petit ? » Maman, elle a pas la bouche qui se plie dans le sens de la rigolade. Ils sont tous comme ça, dans sa Nièvre. Hâves et sombres. C’est à cause de la vie qu’est tellement dure, par là-bas. Pourtant, en Italie, dans le coin d’où ils viennent tous, c’est encore plus dur. Rien que du caillou. Si t’as de la terre, tu te crèves et tu crèves de faim. Si t’en as pas, tu t’en vas en France, nu-pieds, servir les maçons.”
“Quando papà mi racconta le sue storie, a volte la sera, nella nostra cucina, io rido, mi viene il singhiozzo, non so se è storia, se è il mix dialetto-francese, se è l’accento, o se è vedere papà ridere. Ha difficoltà ad arrivare alla fine perché ride così tanto, e anche io. La mamma gli disse: “Non ti vergogni a dire queste sciocchezze davanti al piccolo? Mamma, non ha una bocca che si piega in direzione di una risata. Sono tutti così, nella sua Nièvre. Magri e scuri. È a causa della vita che è così difficile laggiù. Eppure in Italia, da dove vengono tutti, è ancora più difficile. Nient’altro che ciottoli. Se hai un pezzo di terra terra, ti crepi e crepi di fame. Se non ne hai, vai in Francia a piedi nudi a servire i muratori.“.
Cavanna nacque in Francia, figlio di un immigrato italiano e di una donna francese. Celebre co-fondatore della rivista satirica Charlie Hebdo, Cavanna, con il suo stile peculiare, ha regalato al mondo brutale onestà. Ne Les Ritals, infatti, vengono esposti dei flashback, ricordi visti attraverso una prospettiva nuova: quella di un ragazzino, un gosse, nato a metà tra due mondi.
Tuttora la Francia rimane tra le quattro mete preferite dai giovani italiani che emigrano all’estero per cercare fortuna. Come testimoniano le preziose parole di Cavanna, molti italiani in passato hanno trovato in Francia una casa. Tra questi, tornando indietro nel tempo, ritroviamo anche il personaggio che ha ispirato il nostro Magazine, ossia Leonardo Da Vinci.
Sorge spontanea, quindi, questa riflessione: in un mondo di migrazioni di popoli e di lingue a contatto è evidente che nella storia di ogni nazione si sia vissuto il momento di crescita e di bisogno in cui si è cercata casa altrove, in cui ci si è aiutati, in cui si ha aiutato.
Ha dunque senso nutrire simili rivalità?